Marie Antoinette
Coreografia: Alberto Canestro
Musica: Enrico Fabio Cortese
Costumi: Alberto Canestro, Alessia Menoni e Barbara Loli
Una visione intima, quasi una fascinazione, come una lieve scia di profumo. Maria Antonietta si racconta e rivive i passaggi cruciali della sua esistenza.
Quadri animati eterei e sognanti si illuminano e danno vita ai fantasmi della sua stessa mente.
I contorni velati dal ricordo ridisegnano e sfumano nei dettagli una storia ricondotta all’essenzialità e alla purezza, che ci parla di emozioni, di commozione e turbamenti, ai quali i fasti della corte di Versailles fanno da cornice e contraltare.
All’incoronazione si manifesta in tutto il suo fulgore. Il Delfino di Francia, Luigi XVI resta oscurato dal magnetismo fiero e carismatico della giovane sposa.
E’ lei la protagonista assoluta. Ammirata e già odiata, è impossibile rimanerle indifferenti.
La vita a Versailles si svolge tra frivolezza, lusso e rigidi cerimoniali. Una corte ora colorata ora polverosa dove nessuno è come sembra, dove i rapporti sono resi ingannevoli dalla subalternità dei ruoli.
Le lettere piene di ordini e rimproveri che sua madre le invia sono un continuo appello a seguire la ragion di stato e caricano la giovane e ancora immatura regina del peso di mille aspettative. Non si sente né amata, né compresa, la solitudine e la disperazione le aleggiano intorno e iniziano ad offuscare la gioia e l’innocenza.
In uno sfarzoso ballo in maschera dove nell’anonimato si consumano eccitanti momenti di ambiguità altrimenti proibiti, la giovane incontra il Conte di Fersen, che le regalerà fugaci attimi di felicità e di passione.
Ma il destino prosegue inesorabile il suo corso, insieme alla Rivoluzione: incubo a lungo suggerito che si materializza improvvisamente. In un attimo ci sono solo nemici intorno a lei, è sola davanti alla Francia, verso la quale si inchina in un gesto tragico e sofferente.
Maria Antonietta entra nel mito e la sua immagine elegante e fastosa viene consegnata alla storia.