“Mi piace nutrire talenti.
Siano essi ballerini o giovani coreografi, quello che mi affascina è quell’inclinazione personale, del tutto unica e speciale che si intravede dietro un danzatore o un coreografo alle prime armi. Mi piace esserne lo scopritore e aiutare i giovani talenti ad esprimersi, a formarsi, a tirare fuori la loro personalità.

Dietro ogni spettacolo che si intende mettere in scena, c’è un lungo e laborioso lavoro tecnico, psicologico, introspettivo e solo il ballerino è in grado di esaltarlo o distruggerlo.

Serve impegno costanza e determinazione per essere un danzatore prima e un coreografo poi. La preparazione è alla base, ma è necessario avere quel quid inspiegabile che rende empatico il lavoro con il coreografo e permette di entrare in sintonia con l’idea di produzione.

La mia attrazione è alla linea, alla purezza del corpo, a quei movimenti leggeri ed eleganti, simbolo di metodologia, disciplina e studio accurato. Quando preparo un nuovo lavoro, sono molto fedele alla coreografia, ma mi interessano principalmente gli interpreti. Coloro che non hanno paura di lavorare su sé stessi, che passano ore ed ore nella sala prove, provati da sforzi fisici e psicologici per calzare perfettamente i panni che sono chiamati ad interpretare, che sanno entrare d’istinto nel ruolo affidato loro e immedesimarsi con il personaggio che rappresentano.

Io punto alla professionalità, che per me si traduce in due parole, qualità ed eccellenza.”